Teodoro Döhler (Doehler)
Nato il 14 aprile del 1814 a Napoli. La famiglia si era trasferita da Berlino ( la madre era di Stoccarda) per trovare lavoro, vittima di problemi economici. Il piccolo Teodoro suonava in pubblico già all’età di 6 anni. A dieci anni scrisse “Variazioni sopra l’aria Ich lebe froh und Sorgent” del Sig. Righini. Ad undici : “Variazioni sopra un tema conosciuto di mozart”, a dodici “Fantasia per piano sopra un tema di Pacini”, a tredici, su versi di Metastasio : ” L’ape, duettino per due soprani”.
Suo maestro a Napoli fu Giulio Benedict, un altro apolide alunno di Weber. Nel 1827 il duca di Lucca Carlo Luigi di Borbone venne a Napoli e incontrò i Döhler. Rimase entusiasta e li condusse nel suo stato. Nominò Doehler padre precettore del suo primogenito ed al giovane Teodoro fornì ogni mezzo per proseguire gli studi musicali a Vienna.Giunto nella capitale austriaca nel dicembre 1829, Döhler si affidò a Karl Czerny per il pianoforte e Sechter per il contrappunto. Czerny lo guidò con sapienza e lo protesse paternamente. Il duca di Lucca lo nominò ‘virtuoso di camera’. Teodoro lasciò Vienna nel 1834 e
ritornò a Napoli, dove ebbe notevoli risultati. Nel 1836 iniziò una serie di tour internazionali come virtuoso. A Parigi fu giudicato meno bene di Thalberg, ma ad una
apparizione come compositore e solista ad un concerto al conservatorio del 13 aprile 1838, guadagnò il riconoscimento unanime. Andò in tour per la Germania, l’Italia, la Francia,
l’olanda, l’Ungheria e la Gran Bretagna. Nel 1843 era a Copenhagen e poi in Russia. Nel 1846 tornò a Parigi e nel 1848 si fermò a Firenze.
Durante il suo soggiorno a Mosca si era innamorato di una giovane aristocratica russa, M.lle Cheremetoff.
Purtroppo lo zar Nicola I, pur proteggendolo, gli negò il permesso di sposarla. Il duca di Lucca intervenne facendolo barone. Teodoro poté sposare la sua amata e vissero per nove anni a
Firenze. Il 21 febbraio 1856 morì tra dolori atroci, di un morbo che gli distrusse lentamente la spina dorsale.
Probabilmente conobbe Cristina durante il suo soggiorno a Parigi nel 1838, e rimasero intimi amici.
Nel 1838 le dedicò un “Notturno”: