Questo articolo è anche ripreso dal Journal d’agriculture pratique, settembre 1845, pagine 115-117.
Progressi del principio di associazione in Lombardia.
I nostri lettori non leggeranno senza interesse la traduzione di una lettera indirizzata al direttore della Gazzetta privilegiata di Milano, e inserita in questo giornale il 2 aprile; si uniranno a noi nei voti e nelle speranze espresse nell’ultima parte di questo lavoro.
Signor Direttore,
Il soggiorno di Sua Altezza la principessa Cristina di Belgioioso, nata marchesa Trivulzio, a Locate, soggiorno che è stato già segnalato da istituzioni considerevoli di beneficenza pubblica, ha dato luogo, quest’anno, alla fondazione di due istituti completamente nuovi nel paese, e che meritano di essere portati alla conoscenza del pubblico. È per questo che le indirizzo questa lettera, pregandola di farla pubblicare sulla Gazzetta privilegiata. So con quale premura le piaccia rendere pubblico tutto ciò che può contribuire al vantaggio generale.
Fin dall’inizio dell’inverno, la principessa aveva pensato di erigere a Locate un luogo di riscaldamento pubblico dove i membri delle famiglie che compongono la popolazione potessero essere al riparo dalla rigore della stagione, e dove le donne potessero continuare i loro lavori ordinari.
Questa idea fu presto realizzata, e appena trascorso il tempo necessario per l’allestimento del locale, il luogo fu aperto. Si tratta di un’ampia sala capace di contenere trecento persone; è esposta a sud, il che la rende molto salubre, protetta dall’umidità e da un pavimento ben costruito, ben aerata attraverso ampie e numerose finestre vetrate che diffondono abbondante luce, illuminata la sera da una moltitudine di lampade e facilmente riscaldata con la massima regolarità da una stufa proporzionata alle dimensioni della sala.
Lo scaldatoio è accessibile fin dall’alba e rimane aperto fino alle undici di sera. È superfluo dire con quale premura le famiglie dei contadini e gli artigiani del paese abbiano richiesto il diritto di essere ammessi. Già dal primo giorno della sua apertura, lo scaldatoio ha ospitato circa trecento individui che fino ad allora erano costretti a rimanere isolati in anguste capanne; poiché è così che devono essere chiamate le piccole abitazioni sparse nella regione; sono strette, estremamente malsane a causa della loro cattiva costruzione e degli odori provenienti dallo stalla degli animali, dal letame e dalle piante in decomposizione.
La principessa desiderava che la sua struttura offrisse un aiuto materiale alla povertà; inoltre, l’aggregazione di quasi tutte le famiglie le offrì un’opportunità favorevole per ispirare contemporaneamente a tutti i sentimenti di una fraternità affettuosa e reciproca, per ravvivare in loro l’osservanza dei principali doveri religiosi e sociali.
Per ottenere questi risultati, ella selezionò persone con capacità sufficienti, distinte per il loro carattere e il loro comportamento, affinché, a determinate ore del giorno, facessero letture di libri adatti all’intelligenza del popolo, e prescrisse preghiere in comune soprattutto prima di separarsi.
All’apertura dello scaldatoio è associata un’altra istituzione altrettanto benefica, quella di una cucina economica promossa dalla principessa e sostenuta dalle spese di un’associazione ben organizzata. Viene distribuita zuppa ogni giorno a mezzogiorno, e talvolta ancora la sera: queste zuppe sono composte alternativamente di riso o pasta mescolata con verdure fresche o secche e condite con lardo, burro, olio, ecc. La quantità di ogni zuppa è determinata dalla grandezza del contenitore e viene venduta al prezzo di 12 centesimi, prezzo che presto si ridurrà a 10 centesimi e meno, poiché le richieste, che aumentano ogni giorno, rendono meno onerosi i costi generali.
I consumatori possono pagare le zuppe ogni giorno, alla fine di ogni settimana o anche in periodi più distanti, sia in denaro riscosso da persone delegate, sia in lavoro il cui prezzo è tassato e le materie prime sono fornite dalla fondatrice, come lino da filare, filo da tessere o da lavorare a maglia, tela da cucire. Gli oggetti prodotti sono distribuiti dalla principessa ai più poveri del comune, per aiutarli a procurarsi biancheria o altri oggetti necessari alla loro famiglia.
Per valutare correttamente i vantaggi che devono derivare da queste istituzioni, è necessario guardare alla miseria dei contadini lombardi, abituati a procurarsi combustibile compiendo mille atti di vandalismo nelle foreste.
Una volta cessato o ridotto il bisogno di combustibile nelle famiglie, ogni pretesto per la devastazione delle piante, va detto, scomparirà.
In queste regioni dove l’agricoltura richiede, in varie stagioni, il contributo delle donne, è un vantaggio inestimabile per loro non perdere più tempo nella preparazione del pasto familiare. La principessa ottiene questo risultato attraverso la distribuzione di una zuppa salutare venduta a un prezzo molto basso con sufficiente flessibilità. Il lavoro quotidiano aumenta così come i prodotti, e di conseguenza ogni famiglia acquisisce una maggiore facilità nel garantirsi un’onesta sussistenza.
Tali sono i vantaggi diretti e reali che, secondo me, si possono attendere dalle due istituzioni sopra menzionate. Potremmo anche menzionare la scuola per i bambini fondati e mantenuti a spese della principessa da diversi anni. Là sono ospitati, curati, nutriti ed istruiti cinquanta bambini delle famiglie più povere, dall’età di due anni e mezzo a sei. In un’altra scuola, le ragazze che hanno raggiunto l’età di dodici anni, e che devono, secondo i regolamenti, lasciare la scuola elementare, ricevono istruzione nel lavoro a maglia. L’istruzione di queste giovani ragazze non si ferma qui; persone abili nella lettura, scrittura, e aritmetica, danno loro lezioni. In certi giorni della settimana, i ragazzi di più di dodici anni ricevono istruzione nella lettura, scrittura, aritmetica; ricevono le prime nozioni di algebra e geometria, così come le principali materie dell’agronomia; ma queste istituzioni, attive da lungo tempo, sono già ben note, e ognuno ha potuto calcolarne i vantaggi.
La principessa, sempre attenta a procurare il benessere a questi abitanti, ha già dato ordini precisi perché all’inizio dell’anno corrente, le case della sua proprietà che servono da abitazione per la maggior parte della popolazione, fossero ricostruite progressivamente, in modo da diventare salubri, ben ariose e capaci di ospitare adeguatamente le famiglie. Si è già cominciato a lavorare, sotto la direzione dell’architetto-ingegnere Maurizio Garavaglia, incaricato generale della nobile signora.
Possa questo esempio suscitare l’emozione di tutti i ricchi proprietari di questa zona, dove si vedono ancora così tante capanne sporche, insalubri e che hanno bisogno di una rapida trasformazione.
Dal poco che ho detto sui benefici che un’anima generosa riversa a piene mani sulla popolazione di un comune, ognuno può concludere quali vantaggi riceverebbe lo Stato se istituzioni simili si estendessero su tutta la Lombardia.
Tali miglioramenti materiali e morali così evidenti sarebbero il miglior mezzo per assicurare l’attaccamento del popolo al governo che le avrebbe proposte.